Nov 24 25
Hai un appartamento a Genova, in zone centrali o sul mare, stai pensando agli affitti brevi ma non puoi occupartene oppure lo stai già gestendo con le locazioni turistiche ma senza i risultati che speravi? Hai pensato ad affidarti ad un property manager?
Affidare la gestione della propria casa a un property manager è una scelta sempre più diffusa, soprattutto tra chi vuole valorizzare un immobile senza occuparsi di burocrazia, manutenzione o prenotazioni. Ma che tipo di rapporto si instaura con il property manager? Esiste un solo modello di contratto o ci sono formule diverse?
Dietro una collaborazione ben riuscita non ci sono solo competenza e fiducia, ma anche un contratto chiaro e calibrato sulle esigenze di entrambe le parti. Vediamo quindi come funziona e quali opzioni offre il mercato, anche dal punto di vista pratico e fiscale.
Un ruolo strategico: cosa fa davvero un property manager
Il property manager è il professionista che si occupa della gestione a 360 gradi di un immobile, residenziale o turistico.
Nel caso degli affitti brevi, segue ogni aspetto operativo: dalla pubblicazione degli annunci online all’accoglienza degli ospiti, fino alle pulizie, alla manutenzione e agli adempimenti amministrativi.
Per gli immobili destinati a locazioni più lunghe, può invece occuparsi della selezione degli inquilini, dei contratti, dei pagamenti e della gestione ordinaria.
L’obiettivo è sempre lo stesso: massimizzare la redditività dell’immobile, mantenendolo in perfette condizioni e garantendo una gestione efficiente e trasparente.
Il contratto con il property manager: collaborazione o sublocazione?
Il primo passo per instaurare un rapporto corretto e duraturo è scegliere la formula contrattuale più adatta.
In Italia, le due opzioni principali sono il contratto di mandato e il contratto di sublocazione — due modalità molto diverse, che determinano ruoli, responsabilità e aspetti fiscali distinti.
Nel contratto di mandato, il property manager agisce come rappresentante del proprietario: gestisce la casa per suo conto, incassa i canoni, paga le spese e tiene la contabilità in modo trasparente.
Il proprietario resta titolare dei ricavi e sostiene le imposte relative, mentre il property manager riceve un compenso, di solito espresso come percentuale sugli introiti o come canone fisso mensile.
Nel contratto di sublocazione, invece, il property manager prende in locazione l’immobile e ne diventa a sua volta locatore verso terzi. In pratica, paga un affitto al proprietario e gestisce autonomamente la commercializzazione dell’immobile, assumendosi anche il rischio economico.
Per il proprietario è una formula più semplice, perché riceve un canone prestabilito e non deve occuparsi di nulla; per il property manager è un impegno maggiore, ma anche un’opportunità di valorizzazione diretta.
Entrambe le soluzioni sono legittime e diffuse, ma è fondamentale chiarire nel contratto ogni dettaglio, dalla durata alla possibilità di recesso, fino alla gestione delle spese e alle coperture assicurative.
Durata, compensi e clausole importanti
La durata del contratto varia in base alle esigenze e al tipo di gestione: può essere stagionale, annuale o pluriennale.
Ciò che conta è stabilire con precisione gli obblighi reciproci, i tempi di rinnovo, le modalità di pagamento e le condizioni in caso di risoluzione anticipata.
Nel contratto devono essere specificati anche:
- la ripartizione delle spese ordinarie e straordinarie;
- la responsabilità per eventuali danni o guasti;
- la gestione delle piattaforme di prenotazione e delle recensioni;
- il trattamento dei dati degli ospiti e gli adempimenti fiscali.
Una buona prassi è prevedere un rendiconto periodico dettagliato, che consenta al proprietario di monitorare i risultati in modo trasparente.
Vantaggi per il proprietario
Affidarsi a un property manager consente di liberarsi dagli impegni gestionali e, al tempo stesso, di ottenere una rendita più costante e ottimizzata.
Un professionista esperto conosce il mercato, analizza i flussi turistici, adatta le tariffe in base alla stagione e valorizza ogni immobile con strategie mirate di comunicazione e accoglienza.
Per chi vive lontano o non ha tempo di seguire le prenotazioni, è una soluzione che garantisce tranquillità e risultati misurabili.
Conclusione: la professionalità come garanzia di rendimento
Che si tratti di un contratto di gestione o di sublocazione, la chiarezza e la competenza fanno la differenza.
Scegliere un property manager significa affidare la propria casa a chi ne comprende il valore, ne tutela l’integrità e la trasforma in una fonte di reddito sicura.
Se desideri scoprire quale formula contrattuale si adatta meglio al tuo immobile o vuoi valorizzare la tua proprietà con un team che conosce il mercato locale, noi di iFlat Liguria siamo a tua disposizione.
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